Filmografia
![[P]Nel secondo dopoguerra, durante il Piano quinquennale socialista, una stazione radio invia un gruppo di giovani musicisti sul campo, nei luoghi di lavoro delle brigate operaie, delle cooperative agricole e dei cantieri. Il loro compito è quello di sollevare il morale della gente. Mentre cercano di intrattenere le persone con la loro musica, i giovani musicisti si trovano in una situazione insolita: devono cercare di diventare più patrioti, poiché il loro genere musicale jazz e boogie viene etichettato come imperialista. Il leader del gruppo è Maks, un dongiovanni che fa breccia nel cuore delle donne, il cui futuro dipende dal successo del tour. Il film ci porta in viaggio su un autobus sgangherato, rivelando le dinamiche tragicomiche tra arte, politica e vita quotidiana nella società del dopoguerra.[/P] [P]Il film Boogie rosso è stato restaurato nel 2024 dalla Cineteca slovena in collaborazione con l'Archivio cinematografico della Repubblica di Slovenia e il Centro cinematografico sloveno.[/P]](/img/2024042615173332/mid/image_105842_2.jpg?m=1714137454)
Boogie rosso
Karpo Godina
1982
Jugoslavia (Slovenia)
![[P]Una giovane coppia slovena sta viaggiando in Italia. Lui è un commerciante, lei è un'attrice che lavora a Trieste. Quando la loro macchina si guasta, proprio prima del confine, a Kreplje, la felicità dei due si scontra con un altro ostacolo inaspettato. Durante la conversazione, che si estende per circa mezz'ora, emergono diverse emozioni e dilemmi che accompagnano una decisione importante. Questo ritratto commovente della coppia si concentra sul confronto con le sfide della vita e incoraggia il pubblico a riflettere sulle proprie responsabilità e i propri valori.[/P]](/img/2024042616081559/mid/BEAUTIFUL_KREPLJE_ENG.00_25_15_01.Still008.jpeg?m=1714140496)
Beautiful Kreplje
Dario Frandolič
2000
Slovenia
![[P]Il film è ambientato a Trieste durante il regime fascista che cercò in vari modi di sradicare la lingua slovena. Una coppia slovena che vive nel capoluogo giuliano ha deciso, per paura, di crescere il figlio usando solo la lingua italiana. In questo modo, il ragazzo cresce come italiano e la lingua slovena gli è del tutto estranea. Man mano che la madre invecchia comincia a perdere sempre più ricordi del passato, ad eccezione di quelli che sono profondamente radicati in lei. Per la prima volta comincia a parlare al figlio nella sua lingua madre …[/P]](/img/2024042912410545/mid/MOJI_MATERI_ITA.00_02_54_12.Still001.jpeg?m=1714387265)
A mia madre
Gregor Božič
2005
Slovenia
![[P]Il documentario presenta Jože Dolmark come un uomo dalle molteplici attitudini, interessi e doti: storico dell'arte, conoscitore della letteratura, storico del cinema e della fotografia, critico cinematografico, cineasta, sceneggiatore, attore e, soprattutto, eccellente insegnante e professore. Il documentario ce lo fa conoscere intimamente, presentando la sua concezione del mondo, anche attraverso aneddoti.[/P]](/img/2024050308480530/mid/thanje_pogledov2.jpeg?m=1714718887)
Un uomo di confine
Boris Jurjaševič
2017
Slovenia
![[P]Un giovane ufficiale dell’esercito austro-ungarico, Emidio Orlich, di origine dalmata, decide nell’inverno del 1916 di disertare per poter essere trasferito in Italia e combattere con gli italiani contro l’Austria. Un altro giovane, Franco Velich, torna nell’estate 1941 nell’isola in cui è nato, la stessa dove era nato anni prima Emidio. Vi torna da ufficiale italiano in convalescenza per la ferita riportata in Africa settentrionale. L’isola, che era in territorio jugoslavo, è ora occupata dall’esercito italiano, e Franco vive con disagio questa situazione. Entra in contrasto con la vecchia madre e la nipote di Emidio, la cui storia nella guerra precedente gli viene raccontata da Simeone, un vecchio saggio e disincantato che guarda con distacco ma con poche speranze alla situazione attuale. Giraldi declina il tema dell'identità nella forma di un'etichetta imposta con la violenza.[/P]](/img/2024042916542251/mid/letni_kino_sf_la_frontiera_3.jpg?m=1714402463)
La frontiera
Franco Giraldi
1996
Italia
![[P]Un cortometraggio prodotto dalla Documento Film e girato sul Carso triestino durante le vacanze di Natale del 1959. Giraldi, all’epoca ex giornalista cinematografico emigrato a Roma e attivo come assistente alla regia, firma un personalissimo, dolceamaro affresco ‘western’ sulla propria terra d’origine. Giuseppe Pinori – in seguito direttore della fotografia per Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana, i fratelli Taviani – immortala tramite immagini indelebili il duro lavoro quotidiano dei pescatori e dei contadini di Santa Croce/Sveti Križ. Un villaggio in via di rapido spopolamento, schiacciato tra il confine con la Jugoslavia di Tito e le pendici a strapiombo sul Golfo di Trieste. Callisto Cosulich, critico triestino già noto, anche lui emigrato nella capitale, ha composto un lirico commento fuori campo.[/P]](/img/2024042914051248/mid/Il_carso_Franco_Giraldi.jpg?m=1714392313)
Il Carso
Franco Giraldi
1960
Italia
![[P]»C'è stato un periodo che a Gorizia, nella mia città, ogni notte continuavano a transitare moltissimi migranti. Ogni notte ne arrivavano a decine e alla mattina erano già stati inghiottiti dalle grandi città. Era da un po’ di tempo che mi si era conficcato nella mente un bruttissimo pensiero. Così ho immaginato una donna, forse anziana, una come altre, una di quelle che vedono, o che stanno a guardare. Una che si è accorta di Loro. Del loro passaggio sotto la sua finestra. Una storia priva di psicologismi per lanciare una provocazione all’indifferenza e al pensiero di molte persone “normali” che si nascondono e spiano l’umanità da dentro la propria cucina.« Matteo Oleotto[/P]](/img/2024042914194919/mid/PASSERANNO_ANCHE_STANOTTE_NO_SUB.00_04_01_10.Still012.png?m=1714393190)
Passeranno anche stanotte
Matteo Oleotto
2002
Slovenia
![[P]Il cortometraggio è stato realizzato nell'ambito dell’omonimo progetto, volto ad esplorare strumenti per comprendere l'eredità del Novecento, più precisamente il tumultuoso periodo tra le due guerre mondiali. Il film esplora il percorso dalla comprensione del passato fino alla comprensione degli avvenimenti odierni, e contempo enfatizza l'importanza di parlare piuttosto che rimanere in silenzio, nonché incita ad essere coraggiosi e dialogare apertamente poiché esse sono le chiavi per risolvere i conflitti e riuscire a creare un ambiente per una convivenza migliore.[/P]](/img/2024042916164251/mid/War_of_Words_or_Respectful_Silence__Leo_C__ernic_1.png?m=1714400203)
Guerra di parole o rispettoso silenzio?
Leo Černic
2020
Slovenia
![[P]Il documentario è un diario filmato del regista, una storia intima che si limita ad osservare la quotidianità del regista stesso e dei tanti altri abitanti del goriziano: ne emerge un territorio che prova a superare il proprio passato, anche se i conti con la storia non sono del tutto risolti.[/P]](/img/2024042916321918/mid/nevidni_zidovi_3.png?m=1714401139)
Muri (In)visibili
Giulio de Paolis
2023
Slovenia, Italia
![[P]»Una stazione doganale al confine tra due città, due stati, due sistemi sociali, tra il mondo latino e quello slavo, 65 anni dopo la fine della guerra. Il 20 dicembre 2007, con l’entrata della Slovenia nell’area Schengen, per la prima volta nella sua breve storia, Nova Gorica si ritrova senza le sbarre confinarie. La stessa sera, questo spazio carico di avvenimenti traumatici si trasforma in luogo d’incontro. All’interno della stazione vengono posizionati una telecamera, un microfono, un computer e una cortina, dietro cui si cela uno spazio riservato ai ricordi. Vi arrivano persone da entrambi i lati del confine, portando con sé storie e immagini, come un dono per l’album comune delle memorie delle due città. I ricordi e i frammenti di filmati di famiglia e riprese d’archivio del territorio raccontano come due realtà diverse possano ritrovarsi contemporaneamente nello stesso luogo.« Anja Medved[/P]](/img/2024042915562361/mid/Spovednica_tihotacev_slo-ita_2.00_15_02_10.Still001.jpeg?m=1714398983)
Confessionale per i contrabbandieri
Anja Medved
2010
Slovenia
![[P]Pola, 1947. Quasi tutti gli abitanti lasciano la città, che dopo il Trattato di pace di Parigi appartiene alla Jugoslavia. La famiglia del lavoratore Berto deve decidere sul da farsi. Su sollecitazione dell'amico Sergio, Berto vuole restare, mentre la moglie Silvana si oppone, perché particolarmente preoccupata per il futuro del figlio. La decisione va presa in fretta, visto che la nave Toscana sta ancora effettuando gli ultimi trasporti di profughi in patria.[/P]](/img/2023040408040612/mid/La_citta_dolente.jpg?m=1680588247)
La città dolente
Mario Bonnard
1948
Italia
![[P]Il primo lungometraggio sonoro sloveno è basato sul racconto e la sceneggiatura di Ciril Kosmač. La storia si svolge nella regione del litorale sloveno, negli ultimi due anni della lotta di liberazione. A partire dal Trattato di Rapallo dopo la Prima guerra mondiale gli abitanti di un villaggio subirono prima l'occupazione italiana e poi quella tedesca. Per loro, la resistenza è un'opportunità per liberarsi dalla dominazione straniera. Il film di guerra mette in risalto la lotta partigiana che gli abitanti del villaggio hanno sostenuto uniti e con forza.[/P]](/img/2023040408075351/mid/Na-svoji-zemlji_02.jpg?m=1680588473)
Na svoji zemlji
France Štiglic
1948
Jugoslavia (Slovenia)
![[P]L’americano Holly Martins, scrittore di romanzi d’avventura, arriva nell’immediato dopoguerra a Vienna, per incontrare l’amico di gioventù Harry Lime. Ma qui riesce solo ad assistere al suo funerale. Al cimitero conosce l’attrice Anna Schmidt, amante di Harry e un ufficiale inglese che lo informa di come Harry fosse un delinquente senza scrupoli. Ma un portiere racconta ad Holly che dal luogo dell’incidente egli ha visto allontanarsi un terzo uomo. Holly decide di trovare questo testimone e quindi di rimanere in città anche perché attratto da Anna. Il film, subito riconosciuto, dai critici (non austriaci), come un capolavoro, vive della calibrata miscela composta da una sceneggiatura senza smagliature, dell’accurata recitazione di un cast ridotto a una decina di straordinari attori, dell’impeccabile fotografia e dell’innovativa regia. Il terzo uomo deve il proprio fascino alla particolare atmosfera che regista, cameraman, attori e sceneggiatore sono riusciti a creare e che viene sottolineata da una colonna sonora indimenticabile. Questo è, infatti, uno dei rari film che si collega immediatamente ad un preciso brano musicale nello specifico al tema di Harry Lime scritto dal musicista viennese Anton Karas, l’altro è l’altrettanto leggendario Zorba il greco, reso famoso dal sirtaki di Mikis Theodorakis.[/P]](/img/2023040407500920/mid/Il_terzo_uomo.jpg?m=1680587412)
Il terzo uomo
Carol Reed
1949
Regno Unito
![[P]Dopo la Seconda guerra mondiale, in un villaggio al confine tra Italia e Jugoslavia, una speciale commissione di demarcazione traccia una linea che dividerà il villaggio a metà. Tra poche ore i paesani dovranno prendere la decisione se essere italiani o jugoslavi. La decisione provoca molte difficoltà e ripensamenti nella gente. Uno dei contadini ha una casa da un lato del confine e un campo dall'altro. Stessa cosa per il giovane, che è innamorato di una ragazza dall’altra parte del villaggio. Anche i bambini non riescono a venire a patti con questi cambiamenti.[/P]](/img/2023040407573885/mid/Cuori_senza_frontiere__Luigi_Zampa__1950.jpg?m=1681913422)
Cuori senza frontiere
Luigi Zampa
1950
Italia
![[P]Durante la Seconda guerra mondiale, mentre Trieste è occupata dai tedeschi, in città cova la resistenza italo-slovena. Il capo del movimento clandestino, Borut, invita gli operai del cantiere a scioperare, mentre il militante più radicale, Karlo, che sostiene l'annessione di Trieste alla "nuova Jugoslavia", si nasconde alle forze di polizia. I funzionari di polizia italiani fuggono dalla città e anche la Gestapo non riesce a sedare la resistenza. Un dramma politico-militare sulla liberazione partigiana di Trieste, girato a Fiume e scritto dallo scrittore sloveno France Bevk.[/P]](/img/2023040407592334/mid/Trst_Stiglic.jpg?m=1680587966)
Trst
France Štiglic
1951
Jugoslavia (Slovenia)
![[P]Lo struggente documentario breve Il Carso, esordio alla regia del regista “di frontiera” Franco Giraldi, è dedicato alla sua terra natia. Cresciuto a Trieste, Giraldi è nato nell’entroterra carsico, a Komen-Comeno. Questo prezioso cortometraggio, emblematico della futura poetica del Giraldi regista affermato, ci racconta una terra dura per gli uomini e il loro lavoro, stretta fra mare e cielo, lontana dall’immagine attuale che abbiamo di questo territorio, ma sempre pieno di poesia.[/P]](/img/2023050316222314/mid/carso.jpg?m=1683123744)
Il Carso
Franco Giraldi
1960
Italia
![[P]Il cortometraggio documentario del regista e sceneggiatore sloveno Mako Sajko, incentrato sugli avvenimenti che si svolgevano lungo il confine italo-jugoslavo negli anni '60, descrive in un modo molto umoristico e leggero la vita nonché le amichevoli relazioni di vicinato in una zona di confine dove i due paesi svolgono quasi indisturbati uno scambio di merci. Con questo, il documentario sfata i miti sull'impenetrabile e stretto confine tra gli ex blocchi d’Oriente e Occidente, che negli anni è diventato noto come la "cortina di ferro".[/P]](/img/2023071114453752/mid/Mako.jpg?m=1689079538)
Dov’è la cortina di ferro?
Mako Sajko
1961
Jugoslavia/Slovenia
![[P]Trieste 1948 è una raccolta di testimonianze che fanno riferimento a un tema preciso, gli effetti del Cominform sul Partito Comunista a Trieste. Il Cominform, fondato da Stalin, era l’organo che ufficialmente sanzionò l’espulsione, e dunque lo scisma, del partito comunista jugoslavo dagli altri partiti comunisti operai d’Europa. Sullo sfondo, la città di Trieste ancora sotto amministrazione militare anglo-americana. Giraldi ricostruisce gli avvenimenti di quell’anno drammatico, attraverso le dichiarazioni dei protagonisti di quell’episodio, dichiarando sin dall’inizio che il suo lavoro voleva solo favorire una riflessione storica su quei fatti.[/P]](/img/2023040408145596/mid/x_trieste_-_trst_1948_giraldi.png?m=1680588898)
Trst 1948
Franco Giraldi
1982
Italia
![[P]Il film esplora la creazione del classico film noir senza tempo di Carol Reed Il terzo uomo. È il primo documentario realizzato sulla base di questo film di successo in cui il regista anglo-austriaco Frederick Baker accompagna gli spettatori in un viaggio seguendo i suggerimenti letterari di Graham Green, e separando i fatti dalle finzioni sulla realizzazione del film. Il documentario ripropone letteralmente il classico nelle location originali a Vienna, dove è stato girato.[/P]](/img/2023040408164699/mid/x_shadowing_the_third_man_-_po_sledeh_tretjega___loveka.jpg?m=1680589006)
Sulle tracce del Terzo uomo
Frederick Baker
2005
Regno Unito, Austria, Francia, Giappone, Stati Uniti
![[P]Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i luoghi lungo il confine occidentale sloveno furono per due anni occupati dall'esercito alleato. La zona di confine divenne nota come Zona A. Americani, inglesi, neozelandesi e persino indiani gestirono la Zona A della Linea Morgan, da Trieste attraverso il Carso fino al Passo del Predil, prima che la Conferenza di pace di Londra nel febbraio 1947 stabilisse la linea di demarcazione tra l'Italia e la Jugoslavia. Il documentario parla del contatto con l'opulenza e la democrazia, la coca-cola e i chewing gum che insieme al jazz hanno occupato la Valle dell'Isonzo, e di un tempo di feste e di manifestazioni per l'annessione alla Jugoslavia. Attraverso testimonianze e riflessioni storiche si riassumono gli anni in cui le ragazze la sera ballavano lo swing e la notte scrivevano sui muri: Non vogliamo ciò che è di altri, non diamo ciò che è nostro.[/P]](/img/2023040408112576/mid/non-vogliamo-il-pane-bianco.jpg?m=1680588685)
Non vogliamo il pane bianco
Jasna Hribernik
2009
Slovenia
![[P]Attraverso interviste e immagini di repertorio, I nostri giorni americani racconta la vita a Trieste durante gli anni del Governo Militare Alleato (1945 - 1954). Volti e racconti di chi all’epoca era bambino e giocava a baseball nelle piazze di periferia, delle ragazze che trovavano un impiego masticando un po’ di inglese, e sullo sfondo bandiere a stelle e strisce e immense Studebaker che giravano per la città. Sono le voci dei protagonisti di quell’epoca, in una Trieste in bianco e nero che all'improvviso, dopo la guerra, si è trovata catapultata fra i colori dell'America e dello swing.[/P]](/img/2023040408133359/mid/x_i_nostri_giorni_americani_-_our_american_days_chiara_barbo.jpg?m=1680588813)
Nostri giorni americani
Chiara Barbo, Andrea Magnani
2014
Italia