Austria
Nel cuore dell'Europa centrale, dove si intrecciano storie di imperi, migrazioni e confini politici, Vienna occupa un posto speciale. La città, che per secoli è stata un centro culturale, politico e intellettuale, offre uno scenario prezioso per la retrospettiva Oriente Vzhod / Occidente Zahod – La frontiera nel cinema e nella storia. In un momento in cui l'Europa torna a discutere della propria identità, del ruolo dei confini e del futuro delle comunità, la retrospettiva, organizzata dal Kinoatelje di Gorizia in collaborazione con diverse istituzioni slovene e italiane è parte del programma ufficiale della Capitale Europea della Cultura GO!2025, apre uno spazio di riflessione cinematografica sul passato che ancora plasma il nostro presente.
La retrospettiva è ospitata dal rinomato Museo del Cinema Austriaco, una delle istituzioni cinematografiche più importanti d'Europa, che da decenni contribuisce alla comprensione dell'arte cinematografica attraverso l'eccellenza curatoriale, la dedica degli archivi e la riflessione teorica. La nostra collaborazione con il museo è fruttuosa da molti anni: Nel 2022 e 2024, abbiamo co-creato simposi internazionali e dibattiti di esperti che sono serviti come momenti preparatori alla retrospettiva e ne hanno arricchito la programmazione.
Frai i partner chiave coinvolti nell'accoglienza della retrospettiva, arricchendone ulteriormente il contenuto e contribuendo ad ampliarne la portata ci sono SKICA (Centro d'informazione culturale sloveno), che si dedica alla promozione della lingua, della cultura e dell'arte slovene in Austria; e l'Istituto di cultura italiana di Vienna, che ha una lunga tradizione di promozione degli scambi culturali ed educativi tra l'Italia e l'Austria, che aggiunge un importante contributo alla dimensione internazionale della retrospettiva.
Dal 17 al 20 giugno verrà presentata al pubblico viennese una selezione di film attentamente selezionati dal titolo Fortezza Europa, che riunisce opere che esplorano le condizioni intime, economiche e politiche associate alla migrazione forzata e volontaria. I film presentati saranno Cinegiornale 670 – Foresta Rossa (2022, Nika Autor), TIR (2013, Alberto Fasulo), La Frontiera (1996, Franco Giraldi), Trieste è bella di notte (2022, Matteo Calore, Andrea Segre, Stefano Collizzolli), Non rifare la stessa strada (1965, Jože Babič) e Fortezza Europa (2001, Želimir Žilnik), e rivelano come l'Europa, che dovrebbe essere senza confini, funzioni spesso come una fortezza che impedisce a molti di entrare dall'ingresso principale.
I registi che ospiteremo a Vienna, Nika Autor e Alberto Fasulo parleranno della loro visione e del loro aproccio cinematografico. “Il programma dei film presenta una collezione di prospettive cinematografiche diverse - poetiche autoriali altamente idiosincratiche che affrontano le condizioni di vita nel calderone della politica del presente e del passato e, in particolare, ritraggono accuratamente le sfumature della vita di individui stretti in circostanze che riducono la libertà. L'espressività di Alberto Fasulo in TIR è documentaristicamente diretta, con particolare attenzione ai dettagli del mondo reale ed emotivo del protagonista, rivelando attraverso molteplici sfumature le varie circostanze della vita del moderno lavoratore europeo. La poesia cinematografica del cortometraggio di Nika Autor Cinegiornale 670 – Foresta Rossa può essere intesa come un mantello che racchiude il messaggio dei film in programma: immagini concrete di un minaccioso filo spinato nel morbido ambiente della natura selvaggia, teneramente legate negli stili del lirismo, della comunità, della natura e persino di un errore formale, urlano risvegliando l'umanità dello spettatore, invitando l'umanità come sentimento o idea a diventare al più presto un'azione”, ha dichiarato Varja Močnik, curatrice della retrospettiva.
Tra i titoli presentati al Film Museum ci sono anche La frontiera di Franco Giraldi e Fortezza Europa di Želimir Žilnik: " Žilnik e Giraldi sono due grandi eccentrici del cinema europeo, imprevedibili, radicali, capaci di rappresentare la complessità politica della cultura europea attraverso la lingua del cinema, che ogni volta, ad ogni film, si esprime luminosa, personale, con uno sguardo sull'umano profondo e leggero nello stesso tempo, mai giudicante, ma capace di mettersi in ascolto delle istanze, dei conflitti, dei sentimenti che scaturiscono dalla realtà di fronte alla quale mettono la loro macchina da presa. Diversissimi tra loro, li unisce la qualità da grandi umanisti che li pone tra i massimi cineasti dell'epoca moderna nel continente Europa.", Donatello Fumarola, collaboratore al programma.